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  • annapasquini1979

Incontro con l'autore: Marco Pellegrini



Ciao Marco, parlaci di te, chi sei e che fai nella vita?


Ciao Anna, è un piacere essere di nuovo in tua compagnia, ne sono davvero felice. Oltre a coltivare la mia passione più grande che è, per l’appunto, scrivere, grazie alla tenacia, alla passione e alla volontà sono riuscito a cambiare carriera e ritagliarmi una professione creativa che mi soddisfa molto. Attualmente lavoro per un’azienda veneta che si occupa di nanotecnologia applicata alla Medicina in veste di UX/UI Designer e creatore di contenuti testuali. È stata una svolta che ho fortemente voluto, prendendomi il rischio di rimanere senza lavoro per un lungo periodo. A volte però, nella vita, il coraggio di decidere, di fare una scelta che sia significativa per noi nel lungo termine, implica l’esporsi a una condizione indefinita e muoversi al di fuori della propria comfort zone. Sono davvero contento di esserci riuscito.


Come mai questo libro di viaggi?

Grazie ai miei genitori e ai miei nonni ho avuto l’immensa fortuna di iniziare a viaggiare molto sin da bambino. Quella voglia di avventura e scoperta, avvolta da un senso di meraviglia che in quegli anni si riesce a cogliere ancor più vividamente, perché ancora non si conoscono i filtri con cui, crescendo, impariamo a distorcere e piegare la realtà a seconda delle nostre esigenze, rimane ancora miracolosamente intatta dentro me. Dopo due romanzi ho sentito che era arrivato il momento di prendermi il tempo per scrivere un libro diverso, concentrandomi su una dimensione dell’esistenza che appartiene a tutti indifferentemente. Viaggiare non è infatti solo spostarsi da un luogo all’altro collezionando, nel mentre, esperienze e ricordi importanti, ma una condizione che tutti sperimentiamo ogni giorno vivendo. La vita, tra tutti i viaggi possibili, rimane sempre il più significativo e straordinario, anche se a volte finiamo per dimenticarlo.


Ti sei ispirato a "viaggio in Italia" di Goethe?


Prima di scrivere questo libro ho vissuto molte esperienze e viaggiato tantissimo in Italia, non solo spostandomi da una regione all’altra in cerca di meraviglia, ma anche attraverso le pagine di alcuni grandi libri che ho avuto il piacere di leggere e che mi hanno affascinato. Oltre al famoso “Viaggio in Italia” di Goethe, mi piacerebbe citarti due libri bellissimi e troppo poco conosciuti che consiglio di leggere a coloro che amano viaggiare con la mente: “Terre d’Italia” di Cesare Brandi e “Viaggio in Italia” di Guido Piovene, due volumi bellissimi.


Quale città ti ha emozionato di più e perché?

È sempre difficile stilare classifiche di un certo tipo perché ogni luogo ha una sua unicità e meraviglie uniche da scoprire, assaporare e vivere. Se proprio fossi costretto a scegliere una città tra tutte, però, ti direi Napoli perché ha saputo suscitarmi sensazioni molto forti, che rimangono vivide anche a distanza di tempo. Altre città che amo profondamente sono Firenze, Siena, Mantova, Verona, Padova, e Roma.


Quale meno? Abbiamo la fortuna di vivere in un paese bellissimo e lo scopo che avevo quando ho scritto il libro, era spingere le persone a tornare a guardarsi attorno, riappropriandosi gradualmente della capacità di vedere, sentire, percepire e vivere davvero la realtà che ci circonda. Mi rendo conto che sia più difficile oggigiorno, perché siamo costantemente bombardati da notizie di catastrofi, miserie, violenze e devastazioni che influenzano non poco la nostra capacità di aprirci alla bellezza, alla meraviglia minuscola che permea le nostre vite anche nei momenti di difficoltà.

Proprio per questo motivo, ho smesso di guardare compulsivamente i telegiornali e utilizzo i social con parsimonia, evitando così di nutrirmi di notizie devastanti. Questo mi permette di vivere meglio e di non sovraccaricarmi di preoccupazioni e problemi che, in ogni caso, non avrei alcun potere di risolvere. Certo, mi informo, nei limiti del possibile, come tutti, ma non permetto che un certo tipo di retorica distruttiva si appropri del mio modo di vedere il mondo.

Sono andato un po’ fuori tema per dirti che un obiettivo sensato da porsi è provare a cercare la meraviglia anche dove non siamo abituati a vederla, nel quotidiano. Può essere mentre percorriamo la solita strada che ci riporta a casa da una faticosa giornata di lavoro, o semplicemente spalancando le finestre su un paesaggio che ci è familiare. La meraviglia è ovunque, se impariamo a vederla. Se non vivessi a Lucca dove vorresti vivere?


In realtà, in questo momento, vivo altrove. Mi sono trasferito di nuovo. Dopo aver vissuto a Verona per alcuni anni, ed essere successivamente rientrato alla base per tentare un cambio di carriera complicato e rischioso, adesso vivo a Bassano del Grappa, vicino a dove lavoro. Un luogo tranquillo, lontano dal caos dei grandi centri, che, per certi versi, mi ricorda i ritmi poco frenetici e assai rilassati della mia città d’origine. Sono felice di aver avuto la possibilità di scoprire una regione che prima di trasferirmi conoscevo poco e di aver incontrato paesaggi, modi di vivere ed essere che altrimenti non avrei potuto sperimentare. Sono molto grato a me stesso, per aver avuto la forza di compiere determinate scelte e alla vita per quello che ha saputo insegnarmi, anche, e soprattutto, in mezzo alle difficoltà. La mia città d’origine è un luogo unico, non solo per quello che rappresenta per me, ma anche per la posizione strategica in cui sorge. Sei vicino al mare, alla montagna, alla città e ad altre città d’arte. Ho la fortuna di essere nato in una delle regioni più belle del mondo e Lucca è un gioiello che consiglio a tutti di visitare. Vedere per credere. Prima di concludere vorrei dirti che abitando in luoghi diversi sono arrivato a capire ancora meglio che è lo sguardo con cui guardi il mondo a restituirti la meraviglia che essi contengono. Se i tuoi occhi sono aperti per davvero, ed eviti di applicare un filtro qualsiasi, la bellezza riesci a scorgerla davvero ovunque.




Secondo te l'Italia potrebbe vivere di turismo e basta?

Non credo che in una realtà tanto variegata e complessa come è quella moderna, si possa pensare di risolvere i problemi in un modo solo. Penso però, che un paese come il nostro, che ospita un quantitativo spropositato di luoghi straordinari, monumenti intrisi di una cultura e storia millenaria ed è anche, ricordiamolo, lo stato al mondo con la maggiore concentrazione di siti UNESCO, dovrebbe poter garantire alle persone formate nella cultura e a chi lavora nel turismo un ruolo di rilievo che attualmente non hanno. Quasi tutti i paesi del mondo hanno compreso che ogni euro investito nel turismo ne porta, in proporzione, assai di più, ma l’Italia pare dura di comprendonio a voler apprendere certe lezioni.

Mi pare una vergogna che operatori culturali, professionisti del settore turistico continuino ad essere relegati al ruolo di figure accessorie e, quasi sempre, stagionali. È un problema che sento molto perché mi ha toccato da vicino, dato che ho scelto di laurearmi in turismo, con in testa grandi prospettive, per poi dovermi ricredere, rendendomi amaramente conto che per certe figure, in questo paese, non c’è ancora spazio. Si è costretti a reinventarsi se non si vuole finire preda delle logiche temporali e limitate che aleggiano sulla maggior parte dei contratti del settore, ma non è una cosa semplice, né indolore, parlo per esperienza diretta. Vivere di turismo e basta magari non è possibile ma penso che meritiamo e abbiamo tutte le possibilità per poter vivere meglio di turismo, se ci si impegna a valorizzare nel modo giusto un settore importantissimo per la nostra economia.



Cosa vorresti dire ai lettori che si stanno accostando a questa lettura?


Penso che sia un libro che può essere letto a molti livelli e sono sicuro che molte persone, in mezzo alle pagine, riscopriranno la bellezza di viaggiare in un certo modo. Magari riusciranno persino a riappropriarsi di uno sguardo consapevole con cui sarà più facile appropriarsi delle minuscole e immense meraviglie di questo paese. Ci sarà modo poi di ritrovare alcuni posti che ci appartengono e che, magari , abbiamo visto di sfuggita, accarezzandoli assieme con uno sguardo carico d’emozione, o di conoscerne di nuovi, e pianificare di visitarli, un giorno o l’altro. È un libro intenso, in cui si riscopre il significato profondo e il piacere immenso di muoversi in qualsiasi direzione, sicuri di incontrare qualcosa di straordinario. L’Italia, anche se il più delle volte lo diamo per scontato, è una fonte infinita di sorpresa e meraviglia. Per me, continua ad esserlo ogni giorno.




Il cono di luce al Pantheon...poi sei riuscito ad afferrarlo?

Non si afferra mai del tutto, ma il trucco è uno solo: non smettere mai di provarci.



Quali persone ti hanno colpito di più nei tuoi viaggi e perché?


Nei miei viaggi ho avuto modo di sfiorare la vita di molte persone. Alcune sono rimaste per il tempo necessario per insegnarmi qualche lezione importante, altre sono andate e venute come la marea, ma penso che il vero miracolo della vita sia trovare qualcuno che, alla fine, sceglie di rimanere.

A volte devi allontanarti molto dai sentieri più battuti per scoprire i tesori più grandi, altre invece li hai sempre avuti sotto casa senza nemmeno accorgertene e un giorno, per qualche strano motivo, li incontri ed entrano a far parte della tua vita.

Posso ringraziare la mia naturale propensione a scegliere, a mettermi in gioco e la magia vibrante che avverto ogni volta che mi siedo di fronte al volante consumato della mia auto, intenzionato a puntare il muso verso una direzione qualsiasi per iniziare un viaggio nuovo e diverso, se ho incontrato le persone più importanti della mia vita.

Scrivere questo libro è stato anche raccontare una parte della mia vite che sono felice di poter condividere con tutti voi. Ci vediamo presto. Appuntamento al solito posto: in mezzo alle pagine!


Grazie Marco!

Anna Pasquini

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